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Manoscritti

I codici della Biblioteca comunale di Trento.

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[Cicero, De oratore (1462)]

Sono 180 i manoscritti della Biblioteca comunale anteriori al secolo XVI: 168 volumi e dodici testi frammentari.

In massima parte i codici provengono dalla biblioteca dei vescovi trentini nel Castello del Buonconsiglio, che nel 1805 - al tempo dalla soppressione del Principato - subì, a opera delle autorità austriache, il trafugamento di una ingente quantità di materiale archivistico e librario. Circa 70 volumi, scelti fra quelli di maggiore pregio, furono prelevati e inviati alla Biblioteca di corte di Vienna.
I rimanenti, al termine di una serie di depositi e di passaggi, sarebbero infine confluiti nelle raccolte della biblioteca cittadina aperta al pubblico nel 1856.
Il recupero dei codici sottratti si rese possibile al termine della prima Guerra Mondiale, grazie  alle ricerche e alle sollecitazioni di Giuseppe Gerola, che nel 1919 si adoperò, nell'ambito delle trattative d'armistizio, affinché gli esemplari individuati venissero riconsegnati all'Italia dalla Biblioteca nazionale austriaca. 

Essi furono collocati presso l'allora Museo nazionale nel Castello del Buonconsiglio e vi rimasero fino al 1957, quando - in base a un accordo con la Biblioteca comunale di Trento - 47 dei 67 volumi recuperati trovarono sistemazione, a titolo di deposito fiduciario e con la denominazione di "viennesi" presso la Biblioteca comunale.
In cambio il museo ebbe sei codici miniati di proprietà del comune di Trento. (Mss. 1559, 1563, 1568, 1659, 1777 e 3568).

Una porzione del fondo deriva, invece, dagli incrementi ottocenteschi. 

Oltre alla quota significativa rappresentata dai volumi della biblioteca del vescovo Gentilotti e dei suoi eredi, un numero non esiguo di doni, riconducibili a personalità trentine del secolo XIX come Edoardo Alberti, Tito Bassetti, Paride Cloz, Tommaso Gar, Adolfo Grammatica, Antonio Mazzetti, Matteo Thun, Taddeo Tonelli, Girolamo Martini, Pietro e Vigilio Zanolini.
Di quindici codici, peraltro, non è accertata la provenienza, mentre rari sono stati gli acquisti, fra i quali va segnalato quello, recente, del manoscritto 6045.

Manoscritti provenienti dalla raccolta vescovile si trovano tuttora nelle biblioteche di Milano, Monaco di Baviera, Oxford, Parma, Pistoia, Reggio Emilia e Vienna.

I codici sono oggetto di un progetto di digitalizzazione in corso.

Pubblicato il: Martedì, 16 Gennaio 2018 - Ultima modifica: Giovedì, 02 Settembre 2021

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